Che cos’è un cane da lavoro

Ci sono tre parole che fanno apparire noi allevatori “snob”, elitari ed esclusivi.
A volte queste tre parole bastano a creare facinorose conversazioni e lunghissime discussioni.
In fondo sono solo tre parole, ma vi assicuro che anch’io per spiegarle al mio interlocutore impiego tempo, tanto tempo.
Queste tre parole sono: CANE DA LAVORO.

Ho riflettuto a lungo su come renderle chiare e ho pensato che il modo migliore sia partire dalle origini. Facciamo due passi indietro nella storia del cane da lavoro.

Lo sapete che l’origine del sostantivo “denaro” (partiamo con un elemento caro a noi umani) racconta la storia della nascita dei cani da lavoro.
Infatti pecunia (denaro) deriva da “pecus” (bestiame). Il “bestiame”.
Nell’antichità la ricchezza veniva misurata in base al possesso del bestiame quale risorsa produttiva e questo spiega l’alto numero di razze canine create dall’uomo per la difesa, la conduzione del gregge e delle mandrie. In origine la ricchezza era il bestiame e il cane serviva all’uomo sia per condurlo sia per proteggerlo.

Quando parliamo del rapporto tra il cane da lavoro e l’uomo, parliamo del rapporto dell’uomo sulla natura.
Partiamo da un dato concreto, ormai siamo intervenuti sulla selezione delle razze, ogni cane da lavoro di oggi discende dai bisogni dei nostri antenati e sopravvive assecondano i nostri, siamo noi che li abbiamo portati sulla nostra strada e abbiamo chiesto loro di impegnarsi affinché potessimo realizzarci.
I CANI DA LAVORO sono una creatura dell’uomo per il suo tornaconto.
Dovremmo affrontare questo rapporto in modo ecologico.
Se la pensiamo da ecologisti, siamo d’accordo che un cane che conserva nella sua memoria e nel suo DNA secoli di conduzione del gregge, come il Border Collie, dovremmo accoglierlo nelle nostre vite non per fare la guardia al nostro giardino o per fare compagnia alla nostra mamma anziana.
Chi ci da il diritto di snaturare la sua eredità biologica?
Se ci comportiamo cosi allora facciamo quello che abbiamo sempre fatto, interveniamo per cambiare la natura a nostro vantaggio. Un Border Collie è un cane intelligente e “fidato” quindi va bene per la guardia, perché ho dei figli piccoli, e va bene per la nonna perché non è tanto grande.

Per fortuna noi allevatori possiamo essere ecologici (e non elitari, snob ed esclusivi) ed evitare queste persone e sceglierne altre che siano consapevoli del proprio cane e che sappiano far fiorire i nostri cuccioli.
I cuccioli fioriscono se gli è permesso di vivere assecondando la propria memoria e il proprio DNA.

Cosa succede quando si da la possibilità ad un cane da lavoro di fiorire?

Ho perso da poco Cocò e da quando è morta, oltre ad una profonda tristezza, ho provato anche un terribile senso di vertigine e spaesamento. Mi sono interrogata molto su questa sensazione, ho provato altre volte il dolore della perdita di un cane ma questa volta era differente.
Per molti mesi ho avuto la sensazione di essere inadeguata nello svolgere le mie funzioni all’interno del nostro allevamento, ciò che prima mi veniva bene adesso era ostico e complicato.
Che cosa era cambiato?
Avevo perso il mio CANE DA LAVORO.
Con il suo passo felpato, sempre in ordine, anticipava le mie mosse e io agivo, senza accorgermene, sotto la sua silenziosa direzione.
Cocò era la mia guida, attraverso di lei capivo il funzionamento del suo mondo e di conseguenza, quando con il mio entravo nel suo, sapevo cosa fare. Mi veniva naturale.
Lei mi guidava e io sapevo dove andare.
Lei assolveva il suo compito, essere il capo branco, mentre io assolvevo il mio.
C’era sinergia, comunione di intenti, era un lavoro di squadra.
Per me cane da lavoro ha questo significato.
Una volta che noi umani gli permettiamo di fiorire assecondando le sue attitudini sarà lui a condurci e a mostrarci la via da percorrere.
Per secoli, in fondo, si sono assicurati che noi tornassimo a casa ogni sera con la pecunia, al sicuro dagli animali selvatici e confortati dalla loro compagnia.

Nell’antichità il cane però non era solo il lavoratore instancabile che conduceva e proteggeva le greggi e le mandrie ma in molti racconti mitologici era la guida delle anime. La guida dell’uomo “nella notte della morte dopo essere stato il suo compagno nel giorno della vita”.
E’ un’immagine che mi restituisce la bellezza del rapporto “ecologico” che possiamo avere con i nostri cani.
Lasciamoli fiorire.
Lasciamo che ci traghettino là dove non possiamo andare da soli.

I nostri “traghettatori di anime” vi augurano buone feste

Foto articolo dicembre 2019

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